martedì 30 ottobre 2018

Da Riace a Lodi - Solidarietà e diritti


Incontro organizzato da CostituzioneBeniComuni e Gruppo Consiliare Milano in Comune.
Assistiamo a politiche, razziste e xenofobe, che, incontrando purtroppo ampio consenso, degradano, umiliano e spaccano la  società. A Riace, un sindaco, Mimmo Lucano, ha fatto nascere dal nulla uno straordinario esperimento di integrazione e convivenza di migranti e di cittadini. Un paese è rinato, è vivo di amicizie. Il ministro Salvini è nemico di questo progetto. Noi, di questo sindaco, siamo invece orgogliosi. A Lodi un sindaco discrimina i figli di migranti, negando loro la riduzione dei costi per il servizio di mensa e dello scuolabus.
Un atto che non poteva essere tollerato. E così è stato: le mamme si sono autorganizzate per affermare che: “il mio diritto è anche il tuo diritto e abbiamo eguali doveri.”
Riace e Lodi segnano il confine tra due modelli di società. La nostra è quella dei sentimenti che generano passione civile, senso di fratellanza e legami sociali. L'altra, la loro, è quella dei sentimenti rancorosi, della paura, della diffidenza e dell’ostilità.
Non sempre diritto e giustizia procedono affiancate: l’esilio di Lucano lo sentiamo ingiusto. Quando le leggi sono ingiuste o sono gestite in modo capzioso o contro i valori costituzionali, è legittima anche la disobbedienza civile come è avvenuto nella storia del nostro paese e del mondo.
I drammi dell’immigrazione sono il banco di prova del nostro essere umanità e quelle di Riace e Lodi  buoni esempi su cui riflettere.

Di seguito è possibile accedere agli atti disponibili.

 Giuseppe Sala, Sindaco di Milano
I sindaci o fanno la loro parte oppure decidono di girarsi dall'altra parte. A Riace o a Milano la regola è che chiunque arrivi venga accolto. Accogliamo al limite delle nostre capacità e a volte anche più in là delle nostre capacità, ma spesso noi sindaci siamo soli. È sbagliato che il nostro Paese guardi all’immigrazione come a un semplice questione contingente accantonando così il progetto di un piano nazionale di integrazione dei cittadini stranierio.



Basilio Rizzo, Capogruppo in Consilio Comunale della lista “Milano in Comune”
Valorizziamo l’esperienza di RIACE e di LODI perché crediamo che l’abbraccio al Sindaco di Riace e ai cittadini “non sottomessi” di Lodi, non sia solo un gesto di solidarietà, ma un atto politico e una scelta di campo forte che Milano sta prendendo



Piero Basso, Presidente CosituzioneBeniComuni
Riflettere sul degrado umano e morale che colpisce la nostra società, confrontare modi e proposte diverse per una battaglia di civiltà sono i motivi che ci hanno spinto a organizzare l'incontro di oggi. 



Domenico Lucano, Sindaco di Riace
Non è vero che dobbiamo assistere in maniera passiva ad accettare che questa società ci porti verso la barbarie, verso la disumanizzazione. Noi non siamo altro che una piccola cosa, quella di Riace è solo una piccola storia che vuole trasmette questo messaggio: noi tutti vogliamo il rispetto dei diritti umani, della dignità degli essere umani perché al di là delle diversità, delle provenienze al di là di tutto, ogni essere umano è un panorama che non ha uguali.                                                                     

Duccio Facchini, giornalista di Altreconomia
Quando si è in difficoltà e che sia per la legge di bilancio o per il ballottaggio alle elezioni comunali, si ritorna sempre sul tema dell'immigrazione, dei richiedenti asilo, dei rifugiati senza tante distinzioni. Il risultato mediatico sarà assicurato, ovviamente il patto è che il capro espiatorio, la miniera elettorale sia un abito cucito per soggetto diversi. Che sia il richiedente asilo invasore che viaggia in crociera, che sia l'immigrato irregolare che ci ruba il lavoro, che sia l'operatore umanitario finanziato da Soros o che sia il sindaco che fa carte false per agevolare l'accoglienza e la nostra sostituzione etnica, per funzionare questo gioco, questo filo rosso, questa deriva presuppone una condizione: che la realtà sparisca e che si affermi la percezione.



Mariela Heredia Fernandez, coordinamento “Uguali doveri”, Lodi
Desidero solo una cosa per le mie bambine, che possano crescere serene come tutti gli altri bambini , senza sentirsi continuamente ripetere di essere extracomunitarie.



Michela Sfondrini, coordinamento “Uguali doveri”, Lodi
I fatti di Lodi hanno fatto molto discutere: alcuni bambini di origine straniera sono stati esclusi dal servizio di mensa scolastica in seguito ad un regolamento comunale. Alle famiglie veniva infatti richiesta la presentazione, tra le altre cose, di un attestato dei loro paesi d’origine che garantisse che non possiedono beni, documento molto difficile da ottenere. La protesta inizialmente era partita dalle famiglie direttamente interessate, ma presto ha visto la partecipazione dei genitori dei compagni dei bambini esclusi, di singoli cittadini lodigiani e delle opposizioni nel Consiglio comunale cittadino. La ricerca di un aiuto per garantire i servizi si è concretizzata nella fondazione del Coordinamento Uguali doveri, basato su un’idea di scuola come momento fondamentale per l’inclusione, l’integrazione e la condivisione.



Alice Molinari, coordinamento “Uguali doveri”, Lodi
La norma introdotta dal Consiglio Comunale di Lodi è di fatto un atto discriminatorio, ben lontano dal modello Riace, e per questo ci auguriamo che non venga preso a esempio da altre amministrazioni Comunali. Quello che invece vorremmo che venisse preso a modello in tutta l’Italia  è  l’esperienza di umanità e di solidarietà che da questi fatti ne è nata.



Alberto Guariso, Avvocato ASGI (Associazione Studi Giuridici Immigrazione)
Quanto accaduto a Lodi è un problema di uguaglianza, uguaglianza nelle regole, regole unitarie che tutti siamo in grado di rispettare purché garantiscano che coloro che stanno su un unico territorio sono davvero uguali di fronte alla legge e di fronte alla pubblica amministrazione. Questa idea di uguaglianza la implementiamo e la portiamo avanti creando consenso e solidarietà, ma speriamo di costruirla anche con la legge perché una causa non è stabilire chi vince o chi perde, ma avere anche la possibilità di individuare una regola dalla quale ripartire per costruire una società più giusta.  Siamo pronti a fare come Antigone e a guardare prima alla giustizia e dopo alla legge ma siamo anche convinti che la legge ci aiuterà a uscire da questa situazione e a darci le regole giuste.



Moni Ovadia, attore e scrittore
Articolo 1 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo: "Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza".  Non ci sono equivoci, non è possibile equivocare e quindi chi lo fa mira alla distruzione di questo statuto sacrale per raggiungere il quale sono morti milioni e milioni di uomini, attraverso le epoche e in particolare in quella vicina a noi, nel secolo appena passato in cui abbiamo visto orrori senza limite. Si parte dai bambini alle mense e poi le forme di discriminazione continuano a salire attraverso la propaganda della paura. E' una vecchia tecnica quella di soffiare sulla paura, è un instrumentum regni e certi politici di casa nostra non fanno diversamente da come hanno fatto tutti i fascismi e tutte le culture reazionarie.


Gianpaolo Rosso, presidente ARCI Como, Como senza frontiere
La nostra associazione ha posto come slogan di quest'anno "Più cultura, meno paura", perché ci sembra che la paura che oggi stiamo vincendo con la solidarietà tra noi e con la solidarietà con gli altri, sia il vero nemico della nostra civiltà. Siamo convinti che se l’esperienza di Riace fosse presa a modello da tanti sindaci, essa costituirebbe una rivoluzione di giustizia perché l'obbedienza non è una virtù mentre l'umanità è il fondamento della nostra civiltà.  Noi ARCI riteniamo che i nostri circoli, la nostra capacità di unirci in Rete con altri soggetti, la capacità di accogliere tutti nei nostri circoli siano un simbolo di come la società debba essere.


Antonio Trebeschi, sindaco di Collebeato, coordinamento provinciale SPRAR BS
L’accoglienza e la presenza dei richiedenti asilo dovrebbe essere vista come un’opportunità e non una criticità. In Italia ci sono tanti comuni dove la presenza di uno SPRAR è stato un fattore di crescita culturale e ha creato posti di lavoro per giovani italiani.  Lungi dall’essere smantellati gli SPRAR dovrebbero invece diventare il sistema dell'accoglienza nazionale.


Dario Raugna, sindaco di Grado e coordinamento civico di Grado
Da sempre la Costituzione Italiana è stata la mia stella comete. La nostra Costituzione traccia la rotta, dopo di che è legittimo spostarsi nella corsia di destra piuttosto che in quella di sinistra, avere degli approcci diversi nel governo delle questioni ma la stella rimane quella e non è possibile andare da un'altra parte, cosa che invece si sta facendo soventemente in questo Paese al punto che rispettare la Costituzione è diventato un atteggiamento eversivo.


Corrado Mandreoli, segretario Camera del Lavoro di Milano
Il decreto sicurezza corre il rischio di smantellare tutto quello che, pur con mille contraddizioni e con i pochi strumenti a disposizione si è tentato di fare: percorsi di integrazione e di riconoscimento di diritti di cittadinanza attraverso lo studio, la formazione, la ricerca faticosissima di un lavoro. Sono tappe di un lungo percorso dove il lavoro ricopre il ruolo strategico per l'acquisizione di cittadinanza e per uscire dall' illegalità.



1 commento:

barbara ha detto...

ciao, vorrei saperne di più.